giovedì 11 luglio 2013

ULSS 20. RINVENIMENTO DI SOSTANZE PERFLUOROALCHILICHE (PFAS) NELLE ACQUE POTABILI


Il Centro Nazionale Ricerche (CNR), in accordo con il Ministero dell'Ambiente, ha attivato una campagna di misura di sostanze chimiche contaminanti rare sui principali bacini idrici italiani. In quest'ambito, sono stati monitorati i corpi idrici superficiali ed i reflui industriali e di depurazione del reticolo idrografico della provincia di Vicenza ed, in particolare del Distretto Industriale di Valdagno e Valle del Chiampo. Contestualmente alle acque superficiali, sono stati prelevati campioni di acqua destinata al consumo umano in più di 30 comuni prevalentemente della provincia di Vicenza, oltre a comuni limitrofi nelle province di Padova e Verona. Le indagini hanno evidenziato un inquinamento diffuso di sostanze perfluoro-alchiliche (PFAS), a concentrazione variabile in alcune aree delle province sopracitate. Nel territorio dell'Aulss 20 i Comuni in cui è stata condotta la ricerca dal CNR sono Albaredo D'Adige, Cologna Veneta e San Bonifacio; la distribuzione della rete acquedottistica alimentata dal campo pozzi di Almisano di Lonigo interessato dalla contaminazione, comprende i Comuni di Arcole, Veronella, Zimella, Pressana, Roveredo di Guà, Albaredo D'Adige e Cologna Veneta. Le concentrazioni rilevate dallo studio del CNR nel Comune di San Bonifacio, alimentato invece da un proprio campo pozzi, hanno evidenziato un interessamento molto più contenuto. Le sostanze perfluoro-alchiliche (PFAS) sono composti di largo uso ed utilizzati principalmente per rendere resistenti ai grassi e all'acqua materiali quali tessuti, tappeti, carta, rivestimenti per contenitori per alimenti. Questi composti sono altamente persistenti nell'ambiente. Le concentrazioni di accettabilità nelle acque idonee al consumo umano di queste sostanze non sono ancora definite e non esistono limiti di concentrazione né nella nostra normativa nazionale, né in quella europea né negli standard internazionali fissati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. L'Istituto Superiore di Sanità ha rassicurato sulla mancanza di un rischio immediato per la popolazione esposta, ma a scopo cautelativo ha consigliato l'adozione di misure di trattamento delle acque potabili per l’'abbattimento delle sostanze in questione e di prevenzione e controllo delle filiera idrica delle acque destinate al consumo umano nei territori interessati. In accordo con la Regione sono già state messe in atto una serie di misure atte a ridurre nell'’immediato il potenziale rischio per la popolazione: E' stata pertanto decisa a livello Regionale con la partecipazione di tutti gli enti coinvolti, la pronta adozione di misure atte a ridurre il potenziale rischio per la popolazione (a lungo termine) segnalato dall'Istituto Superiore di Sanità. L'Ente Gestore Acque Veronesi ha già provveduto ad installare filtri a carbone attivo presso gli impianti di adduzione dell'acqua attinta dal campo Pozzi di Almisano di Lonigo che approvvigiona nel territorio di questa Azienda ULSS i Comuni di Arcole, Veronella, Zimella, Albaredo d’'Adige, Cologna Veneta, Pressana e Roveredo di Guà.
Per leggere la nota informativa completa consulta il link dell'Ulss 20: http://prevenzione.ulss20.verona.it/pfas.html